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Il rispetto della regole in democrazia



Uno dei grandi temi della nostra democrazia riguarda il rispetto delle regole. In Molise parlare di regole significa provocare una reazione contraria. Come mai in una piccola regione non si riesce a capire che le regole vanno rispettate se queste sono prese a maggioranza? Il concetto è chiaro a tutti, salvo a chi crede di essere imperatore in eterno. Essere rispettosi non è dunque un demerito, ma un vantaggio per tutti. È il senso dell’appartenenza politica a uno schieramento che deve essere chiaro, occorre far capire che la nostra esistenza si realizza insieme alle persone con le quali condividiamo la nostra storia quotidiana. Il centro destra è come una grande famiglia allargata, con responsabilità precise, proprie come quelle che vigono nelle nostre famiglie. Non ci sono alternative a un corretto gioco delle parti, non ci sono tatticismi o piccole furbizie che possono fare in modo che quello che è accaduto fino ad ora possa essere nobilitato. Tutto ciò che sta accadendo nel centrodestra molisano è figlio di una vecchia politica, di vecchi giochi di potere ai quali con uno scatto di orgoglio e con senso di responsabilità tutti da Micone a Niro, da Pallante a Iorio, da Di Lucente a Cotugno, da Cefaratti a Calenda, da Patriciello a Toma, da Tartaglione a Cavaliere dovrebbero attenersi. Nessuno può ergersi a imperatore. Se uno crede di esserlo è meglio si metta da parte. È duro ammetterlo. Quando si era imperatore si era attorniato da migliaia di sudditi. Ora al massimo si è attorniato da qualche parente acquisito. Chiunque sarà il futuro candidato a presidente della Regione Molise dovrà essere rispettato. D’altronde le scelte vengono fatte collegialmente a Roma dai partiti. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega all’unisono indicheranno i candidati alla presidenza del Lazio, della Lombardia e del Molise. Chiunque sarà il prescelto dovrà avere la benedizione di tutti. Ciò che è accaduto al Comune di Isernia grida vendetta. Iorio e Di Sandro hanno messo su un piatto d’argento la vittoria al centro sinistra. Queste divisioni non appartengono al modo di fare politica di Meloni e Berlusconi. Il Molise è sotto osservazione dai leader nazionali che conoscono bene le diatribe esistenti. Troppi galli nel pollaio fanno male. Per questo motivo si sta studiando un’equa ripartizione nelle varie regioni dove si voterà e nessuno dovrà rimanere scontento. Perché Meloni, Berlusconi e Salvini sanno bene che se il centro destra corre unito non c’è partita. Questo induce una riflessione: tutti devono concorrere a mantenere unito il centro destra ed evitare fratture in un momento molto delicato che precede di qui a un anno le elezioni regionali e politiche. Non si può continuare a negare l’evidenza, laddove invece le spaccature sono evidenti. L’unità di facciata non serve a nessuno. Quello che è accaduto al Comune di Isernia è la rappresentazione plastica di questa dualità, soprattutto in Fdi, incompatibile con un percorso unitario. Probabilmente è dall’educazione civica che occorre ripartire per dare un senso appropriato e profondo alla vita politica. Fuori dalle regole esiste solo l’anarchia e l’anarchia produce disastri incalcolabili.

G.D.A

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