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L’Isernia esce tra gli applausi e programma il futuro



Una grande giornata di sport allo stadio Lancellotta. Pubblico delle grandi occasioni che ha dimostrato di voler puntare alla serie D. Più di mille spettatori sono accorsi ad incitare l’undici di De Bellis verso l’impresa. Coreografia d’altri tempi con i tifosi che meritano un dieci in pagella. I tifosi biancocelesti hanno tuttavia offerto una emozionante prova di affetto nei confronti dell’intera squadra, salutandola con un’ovazione anche dopo che il fischio finale ha sancito la fine per quest’anno dell’avventura. Si sono rivisti i tifosi storici dai fratelli Silvestri, a Enzo Rago, a Mimmo Viti, a Tonino Leprini e tanti altri della vecchia guardia. È stato bello vedere allo stadio tanti volti storici del tifo biancoceleste. D’altronde è chiaro a tutti che i tifosi biancocelesti hanno bisogno di stimoli giusti. L’avrà capito anche il presidente Traisci emozionato come un bambino. Un attaccamento ai colori sociali che gli servirà per la prossima stagione a non commettere errori come quelli di inizio di stagione.

L’Akragas ha giocato con temperamento dal primo minuto e alla fine è riuscito ad acciuffare quel pari che la porta alla finalissima con il Martinafranca. L’Isernia esce a testa alta dal confronto, trascinata da un super Panico, autore di una doppietta. Peccato per la regola dei gol in trasferta che valgono doppio. Altrimenti la gara si sarebbe incanalata verso i supplementari. Una regola che nei campionati maggiori è stata tolta e a buona ragione.

De Bellis a fine gara mastica amaro per il pari che ha decretato l’eliminazione dalla fase finale dei play off. Ma sorride comunque ed elogia la sua squadra per quanto fatto nell’arco dei novanta minuti: “Complimenti ai miei ragazzi, non ho nulla da rimproverare a nessuno. Abbiamo fatto una bella partita, abbiamo giocato con grande voglia di raggiungere questo obiettivo, il calcio è questo, le partite possono andare in un certo modo ma usciamo sicuramente a testa alta. C’è un po’ di delusione – ha sottolineato il tecnico ai giornalisti che lo incalzavano a fine gara – perché è stata una bella partita, tirata, ma non fortunata negli episodi come in occasione di quella capitata a Panico che poteva portarci sul 2 a 1. L’Akragas subito dopo ha trovato il gol e poi è andata così. D’altronde certe partite sono così, le decidono gli episodi. Una eliminazione quella di ieri, non una disfatta: vincere contro l’esperta squadra dell’Akragas era l’unica chance per l’Isernia di qualificarsi per la finale dei play off, un risultato che doveva essere perseguito a tutti i costi per rimediare ai troppi errori di percorso ad inizio stagione dovuti non solo all’inesperienza ma anche a tattiche e strategie che non si sono dimostrate vincenti.

Il Presidente Traisci ha capito la lezione e ne trarrà insegnamento. Ora è già al lavoro per programmare la prossima stagione con in testa un unico obiettivo quello di vincere il campionato di eccellenza molisano per tenere alto il morale di una grande tifoseria. L’Isernia non merita questa categoria. La serie D è il suo posto naturale. Ma la prossima stagione deve fare attenzione al Castel di Sangro. Corre voce che dietro la squadra abruzzese ci sia una forte voglia del presidente federale Gravina di rivedere in auge il vessillo giallorosso. D’altronde lui ha il cuore nella cittadina abruzzese dove ha vissuto insieme a suo zio Rezza gli anni d’oro del Castel di Sangro in serie B. Sinceramente a noi non piace che una squadra di fuori regione possa venire in Molise ad appropriarsi “indebitamente” di un successo che spetterebbe a una compagine molisana. È accaduto anche lo scorso anno quando l’alto Casertano riuscì ad avere la meglio sull’Isernia nello spareggio finale a Campobasso. È una regola assurda che non condividiamo. Purtroppo, il calcio molisano senza le squadre cosiddette “forestiere” non potrebbe esistere. Infatti, dicono gli esperti (sic!), che senza alcune squadre campane, pugliesi o abruzzesi non si riuscirebbe a completare l’organico delle 16 squadre ai nastri di partenza. E chi se ne frega. Non sappiamo chi ha iniziato questo assurdo gioco delle tre carte. Certamente al Molise non giova. E trova tutti contro. Una domanda che giriamo di diritto alla Figc molisana. Non sappiamo cosa potrà accadere il prossimo anno se il Castel di Sangro getterà le basi per vincere il campionato. Se così fosse sarà dura per tutti e quindi anche per l’Isernia. Ma con una tifoseria simile la serie D bisogna conquistarla a tutti i costi. Anche contro i poteri forti che nel calcio contano più di ogni altra cosa.

Conclusione finale: ieri a chi era allo stadio sono venuti i brividi, quelli che si sono avuti ai tempi di Cantoro e Taua, e andando più indietro nel tempo con l’undici allenato da Claudio Di Pucchio. Ricordate i vari Giustini, Ripa, Lombardozzi. Che emozioni provate ad esempio a Casalotti dove il difensore Di Dio fu colpito prima della gara e con la vittoria a tavolino approdammo in C2 per la prima volta nella storia, con grandi festeggiamenti per le strade cittadine. Il presidente Traisci ha capito di che pasta sono fatti i tifosi dell’Isernia. Ora tocca a lui creare l’entusiasmo giusto per riportare la squadra in categorie più consoni a un capoluogo di Provincia. Infine, il terreno di gioco. Uno schifo. È impensabile giocare su un campo che definire di patate è addirittura riduttivo. Il terreno di gioco del Lancellotta è una vergogna. Il pallone sembra un coniglio, salta in ogni punto del campo e i giocatori biancocelesti non possono fare altro che adattarsi. È difficile controllare la palla. E una squadra tecnica come l’Isernia ha sofferto a dismisura per tutto il campionato. Allo stadio c’era il sindaco Castrataro. A lui giriamo la palla. Il terreno di gioco va rifatto e in fretta, in questi due mesi di sosta, con un intervento ordinario di rizollatura oppure con uno straordinario più incisivo di comune accordo con la società che ogni anno tira fuori centinaia di migliaia di euro. Altrimenti in eccellenza il prossimo anno giocherà il sindaco e la sua maggioranza. I tifosi, che sono cittadini di Isernia, attendono risposte certe da Castrataro. Il presenzialismo non serve. Un’amministrazione deve saper cogliere le istanze che provengono dai cittadini e dare le giuste risposte. E gli sportivi ora guardano con attenzione le mosse che farà la nuova amministrazione. I mesi di prova sono passati. Ognuno dimostri quello che vale.

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