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Termoli: 27 gravato da divieto di avvicinamento alla compagna, arrestato dai Carabinieri per violazione della misura.



I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Termoli (CB) hanno tratto in arresto un 27enne di origine marocchina, già titolare di precedenti penali e/o di polizia, colto nella flagranza del reato di violazione del divieto di
avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art. 387 bis c.p.). La predetta misura cautelare, a cui lo stesso si trovava sottoposto dal 1° marzo scorso anche con applicazione del braccialetto elettronico, era stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Larino (CB) in seguito alla commissione dei reati di maltrattamenti contro familiari o conviventi (art. 572 c.p.), lesioni personali (art. 582 c.p.), violenza sessuale
(art. 609 bis c.p.), violenza privata (art. 610 c.p.), minaccia (art. 612 c.p.) e danneggiamento (art. 635 c.p.), posti in essere durante lo scorso inverno nei confronti di una 25enne che in quel periodo lo stava ospitando. All’epoca inoltre, in una
circostanza, l’uomo era stato anche arrestato in flagranza di reato poiché sorpreso
mentre stava percuotendo la vittima dopo un’accesa lite, nel corso della quale aveva anche danneggiato un infisso e rotto diversi oggetti presenti in casa.
Nell’attuale circostanza invece i militari, durante lo svolgimento di un servizio perlustrativo, sorprendevano il soggetto dopo che si era introdotto nelle pertinenze dell’abitazione di residenza sempre della medesima vittima, in palese violazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa anche con applicazione di braccialetto elettronico, emessa dall’Ufficio G.I.P. del
Tribunale di Larino (CB) proprio in seguito alle condotte delittuose risalenti allo scorso
inverno. A quel punto, appurate le sue oggettive responsabilità in relazione alla violazione dell’art. 387 bis c.p., lo stesso veniva tratto in arresto e tradotto, previ adempimenti del caso, presso la sua abitazione per ivi permanere in regime di arresti domiciliari.
Nel corso della successiva udienza dinanzi alla competente Autorità Giudiziaria, l’arresto veniva opportunamente convalidato poiché legittimamente eseguito.
Positivo è stato fortunatamente l’epilogo di questa vicenda, poiché il perentorio e deciso intervento dei militari dell’Arma ha permesso di tutelare la vittima, evitando che la situazione degenerasse e che la condotta delittuosa potesse verosimilmente portare – come purtroppo spesso accade specie in casi di questo genere – a ben più gravi ed irreparabili conseguenze.

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