Nei politici molisani non esiste la cultura del dialogo. Ai tempi della prima repubblica, invece, tra gli esponenti politici il dialogo era predominante. Giustino D’Uva, ad esempio, aveva un rapporto particolare con i comunisti e i socialisti. Oggi provate a mettere d’accordo Greco con Toma, Fanelli con Patriciello. Il fatto è che tutti parlano di dialogo ma in realtà si dimostrano incapaci di comprendere che dialogare non significa parlare. Il dialogo, per esser tale presuppone l’ascolto cosa che nessun politico fa. In altre parole, dialogo in quanto ascolto e rispetto. Punto. Nei politici di oggi manca soprattutto il rispetto. Non dico tra quelli di maggioranza e minoranza ma anche tra esponenti della stessa coalizione, Prevale l’invidia, la cattiveria, la superbia, il voler distruggere l’avversario con ogni mezzo e a ogni costo. Il comune mortale sa valutare bene questi atteggiamenti e alla fine saprà fare le sue scelte quando si recherà in cabina elettorale. Il rispetto dell’avversario politico è uno dei tratti distintivi della democrazia. Purtroppo, non tutti hanno compreso il momento in cui la disaffezione nei confronti della politica e di chi attivamente la vive rischia di dilagare nei populismi e nei personalismi dannosi per i partiti. L’augurio è che questo fine legislatura sia un momento di incontro di idee e non di offesa personale o familiare, ricordando a tutte le forze politiche che i cittadini meritano e pretendono dai consiglieri regionali (e non solo) risposte concrete alle criticità sociali ma soprattutto lealtà di intenti e rispetto degli impegni assunti durante la campagna elettorale di quattro anni fa. Ad un anno dal rinnovo del Consiglio Regionale i segnali non sono buoni. La gente è stufa e si avverte uno strano senso di volersi allontanare sempre più dalla cabina elettorale. Probabilmente l’astensionismo prevarrà sempre di più. Non sappiamo se ai nostri baldi politici la cosa possa interessare. Se poi ci aggiungiamo i social network che sono diventati la piazza virtuale più comunemente frequentata e dove ognuno si sente autorizzato ad esprimere il proprio pensiero o la propria opinione, a volte con molta facilità e superficialità, il gioco è bello è fatto. Con grande amarezza e preoccupazione stiamo assistendo, anche in Molise, ad un notevole incremento di post e commenti offensivi e lesivi della dignità personale, nei confronti dell’avversario politico, delle sue idee e delle sue azioni. Solo quando tutto ciò finirà il comune mortale si riavvicinerà di nuovo alla politica. Il Molise è diventata terra di conquista di chi vuole ergersi ad avere un ruolo che non gli spetta. Oltre ai politici stanno nascendo come funghi comunicatori improvvisati che hanno al seguito al massimo la moglie e qualche sorella e per sentirsi protagonisti inondano la rete di comunicati a getto continuo. Per fortuna li teniamo lontani dal nostro modo di pensare e così dovrebbero fare tutti a cominciare dai politici. Val la pena di concludere con il motto di mia nonna: “Mettiti con chi è meglio di te e pagane le spese”.
G.D.A.