Pubblichiamo nota del portavoce M5S in Consiglio regionale, Vittorio Nola, sul problema dei cinghiali.
Sono ormai quattro anni che propongo, inascoltato, soluzioni strutturali al problema della proliferazione dei cinghiali. Ed ho trovato sempre chiusa la porta dell’assessore all’agricoltura, tanto da pensare che la delega fosse assegnata ad un fantasma. Ora, quell’amministratore impalpabile protesta contro sé stesso, appoggiato strumentalmente da chi vuole addossare le colpe, indovinate un po’, proprio ai 5 stelle. È bene dunque chiarire qualche aspetto della questione.
Si sta facendo passare l’idea che basti estendere il periodo di caccia per risolvere il dramma degli agricoltori, che ha investito ogni angolo del nostro Paese. Troppo comodo e, permettetemi, superficiale. Un buon amministratore dovrebbe avere l’autorevolezza e la lungimiranza di governare i processi, piuttosto che subirli. Piuttosto che delegare a qualcun altro, cacciatori e agricoltori, la soluzione di problemi che non è in grado di affrontare seriamente. Gli imprenditori agricoli hanno compiti nobilissimi: da loro dipende il sostentamento dell’intera collettività. Secondo gli ‘amministratori’ di scuola Cavaliere dovrebbero, invece, diventare dei cecchini professionisti. Un approccio che rispedisco al mittente.
L’attacco dell’assessore fantasma al Ministro Stefano Patuanelli risponde ad un solo obiettivo: gettare fumo negli occhi dei molisani, così che non si accorgano di quanto lui stesso non ha fatto. Non è stato capace di risolvere mezzo problema relativo alla proliferazione degli ungulati, ma fa di tutto per assicurarsi la sopravvivenza elettorale.
Ma cosa può fare la Regione per aggredire la questione cinghiali?
Iniziamo da qui: la caccia di selezione non può essere l’unico antidoto. Ecco perché, da tempo, propongo una serie di iniziative che si basano sull’ascolto di sindaci, agricoltori, allevatori e cacciatori. Tra queste, c’è l’immediata operatività di un Piano di gestione e controllo della specie, adottato in altre regioni. Ad esempio, la Regione Campania, in accordo con Ispra, ha avviato tutte le procedure per il contenimento e la cattura organizzata (non lasciata al caso) degli ungulati. La Regione Molise potrebbe tranquillamente concordare con Ispra le azioni necessarie, invece di attendere gli interventi coordinati tra ben tre ministri (Speranza, Patuanelli e Cingolani).
Ho anche proposto alla Regione Molise di incentivare la filiera delle carni selvatiche. Favorendo azioni pubblico-private, si creerebbero posti di lavoro e un vero e proprio indotto. Abbiamo anche bisogno di concorsi per dotare la regione di una rete di veterinari, utili per questo ed altri problemi della nostra terra.
C’è poi il tema dei ristori. Perché Cavaliere non si batte per aumentare i fondi necessari a ristorare i danni subiti dagli agricoltori? Perché non si adopera per aggiornare le tabelle per i risarcimenti dei danni? Sa l’assessore che il tariffario è rimasto fermo da circa dieci anni, con impatti nefasti sul lavoro dei nostri agricoltori?
In risposta a queste possibili soluzioni, la Regione Molise fa orecchie da mercante e Nicola Cavaliere preferisce protestare, invece di fare la sua parte.
Data la sua inadempienza cronica – e a seguito della recente assenza nella riunione di Giunta sul tema della bonifica – consiglierei all’assessore di chiedere suggerimenti al Ministro Patuanelli per risolvere i gravi problemi debitori dei Consorzi di Termoli e Larino. I consorziati sono ancora in attesa delle proposte dell’assessore. Che, ancora una volta, devono arrivare dall’Amministrazione regionale, non dal Governo nazionale.
Anche il Comitato Riccia Borgo Pulito è ancora in attesa di sapere cosa ne pensa della paventata installazione di due impianti impattanti su zone agricole.
Sinceramente, darei più ascolto alle proteste della comunità molisana rispetto alle furbesche polemiche di chi governa questa regione.