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Cinghiali, Cavaliere replica a Nola: gioca a fare lo Statista, invece di intercedere presso i suoi ministri



La nota dell’assessore a margine della conferenza organizzata a Roma dal Cpa: i Cinquestelle al governo bloccano l’iter del decreto Gava, ma lui preferisce fare il tuttologo

ROMA “Preferisco di solito non rispondere alle provocazioni del Consigliere Vittorio Nola, che col passare del tempo ha sviluppato sempre più un’ossessione nei miei confronti. Ma essendo reduce proprio dalla conferenza stampa nazionale, terminata poco fa e organizzata a Roma dalla commissione Politiche agricole, mi preme far notare all’esponente grillino che se fosse vero ciò che afferma sull’emergenza cinghiali, oggi al tavolo sarebbero stati presenti 20 Nicola Cavaliere, non gli assessori all’Agricoltura provenienti da tutte le regioni d’Italia”.

È quanto afferma in una nota Nicola Cavaliere, che aggiunge: “Così come ci sarebbero 20 Cavaliere al posto dei presidenti delle Regioni, di Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri, considerata la piena condivisione della linea sul tema. Il tuttologo Nola, che pare avere soluzioni magiche per questioni inerenti qualsiasi tematica (agricoltura, sanità, ambiente, infrastrutture, cultura, economia, protezione civile, programmazioni europee e così via), dovrebbe proporsi a Conte come nuovo presidente del Consiglio, uno Statista migliore di Draghi che non dovrebbe accontentarsi del Molise”.
“Tutto ciò fa sorridere, – prosegue l’assessore – ma purtroppo l’emergenza Cinghiali è maledettamente seria e drammatica, e ciò è stato certificato pure stamane alla conferenza del Cpa, nata dopo alcune mie sollecitazioni e ripresa dai principali media nazionali. Dove tutti i presenti, compreso il collega della Campania (regione, non di centrodestra, osannata dal buon Nola), hanno denunciato chiaramente l’ostruzionismo dei due ministri pentastellati (Ambiente ed Agricoltura), che di fatto sta bloccando l’iter del decreto Gava”.
“Invece di perdersi in futili polemiche, – conclude Cavaliere – Nola dovrebbe di conseguenza preoccuparsi di intercedere (come tra l’altro aveva promesso in occasione di un’assemblea Coldiretti a Campobasso) presso i due esponenti di governo del suo partito per contribuire a sbloccare la situazione. Ma probabilmente attaccare politicamente il sottoscritto è molto più facile, anche se ovviamente del tutto inutile alla causa”.

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