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La “faida” silenziosa nel centrosinistra regionale. Coalizione PD, 5Stelle e Liste civiche? Si rischia l’implosione

Vittorino Facciolla, Andrea Greco, Micaela Fanelli, Patrizia Manzo



Parliamoci chiaramente, la campagna elettorale per le prossime regionali del 2023 è iniziata ufficiosamente da tempo, forse non si è mai davvero interrotta neanche dopo le scorse elezioni che hanno visto trionfare il centrodestra ed eleggere Toma alla presidenza. Certo una campagna elettorale sibillina, sottobraccio, fatta di sussurri ed incontri segreti, di contatti incessanti e strategie da mettere in campo ma che non fossero troppo evidentemente chiare. Nello schieramento di centrodestra, la maggioranza attualmente, da quando Michele Iorio è stato assolto dal processo che lo riguardava ha apertamente dichiarato “guerra” a Toma con l’idea di riprendersi la su amata poltrona di Presidente per la Terza volta. Dobbiamo dire che nella maggioranza Iorio ha trovato compagni d’armi che giorno per giorno lavorano per mettere Toma nella posizione di non essere candidato di nuovo. Ovviamente non stiamo dicendo che lo fanno perchè passeranno con lo schieramento avverso, sia chiaro, lo fanno per far puntare i riflettori su di loro dando ombra al commercialista Campobassano. per non parlare della non pervenuta coordinatrice di Forza Italia Annaelsa Tartaglione che attraverso i suoi lunghi silenzi pubblici, ma cn le sue manovre strategiche attuate da dietro le quinte, ad esempio la nomina di due assessori forzasti, la nomina spinta per nominare Mazzuto assessore esterno, salvo poi pentirsi e puntare la rotta su Michele Marone che alla fine è stato defenestrato ugualmente, o ancora la spina della abolizione della surroga e molto altro ancora, tenta di indebolire giorno per giorno l’azione del Governo Toma sicuramente con la sicurezza di una prospettiva più ampia e favorevole per lei ed i suoi compagni d’avventura.

Ovviamente in questo gioco delle parti le minoranze PD e 5 Stelle ci sguazzano alla grande. Spesso e volentieri trovano negli anti tomiani del centrodestra i migliori alleati ed i voti necessari per far approvare questo o quello. Perchè Toma sopporti tutto questo e non mandi tutti a casa questo è un mistero, che però alla lunga lo sta facendo percepire dai più come un uomo attaccato alla poltrona ed allo stipendio. O forse il mandare tutti a casa dimettendosi vorrebbe dire di darla vinta ai suoi detrattori e quindi sta provando una difesa fino all’ultimo colpo.

Ma se la situazione nel centrodestra la conosciamo bene poiché messa in mostra da tutti sui giornali, in tv, sui social, quotidianamente, di quello che accade nel centrosinistra non sembrerebbero arrivare notizie. Si potrebbe pensare che Fanelli e Facciolla per il Pd, Greco,Manzo, Primiani ecc. per i 5 stelle stiano immobili ad aspettare la caduta di Troia. Beh sicuramente questo è il messaggio che vogliono arrivi all’esterno e cioè di una coalizione compatta, serena, non litigiosa e sopratutto che risolve gli eventuali problemi interni non in tv o sui giornali, ma a casa propria, non facendo venir fuori nulla. Gli va riconosciuto il merito di riuscire benissimo nel dare questa impressione all’esterno, ma vi possiamo assicurare che la situazione dietro le quinte e dietro le telecamere è davvero molto differente sopratutto dopo i risultati delle amministrative che hanno visto il polverizzamento dei 5 stelle, dando al PD una forza contrattuale senza precedenti in caso di accordo a livello nazionale tra i due partiti.

Per quel che riguarda la situazione nel PD c’è una silenziosissima ma velenosa battaglia in corso tra la capogruppo Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla per chi debba essere il candidato alla presidenza. Nonostante i rapporti pubblici tra i due sembrino idilliaci, in realtà ognuno dei due sta manovrando e tanto per sconfiggere l’altro e rivendicare lo scettro. Sembrerebbe che di fare le primarie per scegliere il candidato alla presidenza non se ne parli, e che la decisione arriverà direttamente dal Nazareno, che come da prassi richiamerà all’ordine i propri ed imporrà la linea da seguire scrupolosamente. Ne consegue che poco importa chi dei due sul territorio regionale ha più pedine, o sia più gradito, o abbia lavorato meglio, per avere la nomina bisogna essere benvoluti a Roma nel partito nazionale da quelli che contano. Di conseguenza regna una incertezza mostruosa nell’ambiente piddino. Sembrerebbe anche che la sostanziale differenza tra i due possibili candidati del PD alla presidenza sia la volontà di uno di correre in coalizione anche con i grillini e delle liste civiche, mentre ci sarebbe la forte opposizione da parte dell’altro esponente a questa ipotesi aggregativa, che ritiene  la scelta di coalizzarsi con i 5 Stelle in questo momento penalizzi l’intera coalizione e sopratutto il PD, ritenendo opportuna l’alleanza soltanto con delle liste civiche ben selezionate e facendo correre i grillini in solitaria, con la speranza che ottengano risultati molto bassi così come verificatosi alle comunali recentemente svolte.

Del resto se PD e 5Stelle corressero uniti in coalizione, ci sarebbe anche il pericolo che per accordi nazionali l’espressione del candidato presidente spetti al Movimento e non più al PD, perchè magari nell’ambito nazionale, non si voterà soltanto in Molise, si sà in caso di coalizione le candidature si dividono tra i partecipanti, e considerando che il PD sicuramente vorrà riproporre Zingaretti in Lazio, ai 5 Stelle potrebbe restare il Molise. Di Conseguenza Fanelli e Facciolla si troverebbero a dover pedalare per portare acqua ad un mulino che già in partenza si sà sgangherato ed in crollo verticale nei sondaggi, e per di più dovrebbero sottostare alla linea politica che detterà il candidato presidente stellato, dovendosi allineare anche loro a condurre un determinato tipo di campagna elettorale. E su questo, è più che risaputo che uno dei due piddini non digerisce proprio i modi di fare e condurre la politica dei 5 stelle, e di uno in particolare.

Insomma un quadro molto complesso e frammentato quello del centrosinistra molisano, che anche se molto ben tenuto nascosto da un velo di compattezza ed unità di spiriti, rischia di scoppiare violentemente per finire in una disgregazione politica alle urne che potrebbe portare il PD ad esprimere un candidato, i 5 Stelle un altro, e le civiche un’altra ancora.

Una situazione molto pericolosa per la sinistra molisana, che sicuramente affinché non si possa verificare questo scenario quasi apocalittico, politicamente parlando, ingoierà da qui alle votazioni molti rospi pur di non rischiare di perdere ancora la guida del Governo  regionale.

G.D.A.

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