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Parola d’ordine: attaccate il Veneziale



Tra i rappresentanti politici dell’opposizione, a qualsiasi livello, va di moda inferire sul Veneziale di Isernia. Ci si aspetta un bell’esempio di collaborazione tra le forze politiche nell’interesse di tutti i cittadini mentre ci sono gli specialisti della polemica a tutti i costi che spingono il piede sull’acceleratore. Perché fare polemica a tutti i costi? A chi giova? Negli anni ’60 e ’70 l’ospedale Ferdinando Veneziale era il fiore all’occhiello di un vasto hinterland. Non c’erano certamente i medici in servizio oggi. Eppure, tutto funzionava alla meraviglia. Ne sa qualcosa anche Michele Iorio quando da giovane medico svolgeva regolarmente i suoi turni nel reparto di chirurgia. Nel 1990 fu eletto per la prima volta consigliere regionale. E da quel momentolasciò le corsie per fare il politico a tempo pieno. A quei tempi c’erano il prof. Giuseppe Di Pietro, il cardiologo Dino Ricci, l’otorino Pisano, il biologo Petescia. Ogni reparto dava il meglio di . C’era anche qualche brava suora a dare manforte ai medici. Ognuno svolgeva il proprio turno di servizio: di mattina, di pomeriggio e di sera, senza mai presentare qualche certificato di esenzione dal servizio notturno. In poche parole, tutti i cittadini di Isernia si sentivano al sicuro. Oggi a distanza di decenni non si capisce il motivo di tanto accanimento sul Veneziale.  Per molti cittadini di Isernia quello che si sta consumando sull’ospedale unico è un accanimento terapeutico. Anziché ribadire nel chiedereservizi nuovi e servizi da migliorare si fa politica in ogni dove alla ricerca del tempo perduto. La sanità pubblica va ricostruita nel sistema funzionale e organizzativo, attraverso una programmazione che abbia come obiettivi, nuovi ed eccellenti servizi. Se così non fosse meglio prevedere una riorganizzazione e miglioramento dei servizi di emergenza territoriale, del 118 e dei pronti soccorsi, magari nominando qualche nuovo primario elasciando da parte chi vuole ergersi a protagonista a tutti i costi. Occorre guardare al contenuto innovativo dei servizi, senza anteporre una operazione di edilizia sanitaria e pertanto, ci tiriamo fuori dal coro di coloro che gridano ai quattro venti: “Il Veneziale prima o poi finirà”. Che brutto presagio. Su questo ospedale si evidenziano solo gli aspetti negativi che piacciono ai politici di opposizione. L’attacco dei soliti noti, alle manifestazioni populiste, è inaccettabile. Definire uno strumento democratico come le proposte populiste e confusionarie, è un’offesa alle tante associazioni, comitati che si stanno prodigando per sensibilizzare la politica rispetto ai disagi che vivono gli utenti e il personale ospedaliero in servizio presso il Veneziale. Le critiche a qualsiasi livello stanno attaccando anche modalità e strumenti come le raccolte firme, le manifestazioni, le piazze, la democrazia partecipata, da sempre utilizzati dal Movimento 5 Stelle, che le hanno permesso di sedere in Parlamento. È ora di finirla. E sarebbe un sacco bello se qualche esponente di maggioranzauscisse a testa alta per controbattere alle solite litanie del centro sinistra e dei grillini che non giovano di certo a chi la politica la fa sul serio e non scimmiottando frasi a gogo.

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