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PD Molise: Fanelli “la Direzione ha deciso solo di non celebrare il congresso regionale. Ora si accolga la richiesta di convocare l’Assemblea e si dia la possibilità di discutere e approvare il documento proposto da Stefano Buono, Michele Durante e Micaela Fanelli per un coordinamento unitario del partito”



Più organi di stampa stanno riportando in queste ore la notizia del differimento a dopo le elezioni regionali del congresso locale del Partito Democratico. Una scelta, per me sbagliata, come da tempo ho affermato sia in sede nazionale, che locale, ribadendo ogni volta la mia intenzione di non candidarmi alla Segreteria.
Un congresso serve per rinnovare la linea di azione di un partito che è uscito pesantemente sconfitto dalle ultime elezioni, per rinvigorire l’entusiasmo. Serve per elaborare proposte precise da offrire agli elettori e dimostrare di possedere una classe dirigente capace di rinnovarsi per affrontare le sfide dell’oggi e del domani.
A Roma e Campobasso penso serva spiegare ai cittadini quali sono le nostre battaglie e aprire a un radicale rinnovamento. Ai giovani, al futuro, a chi ha davvero voglia di impegnarsi, come chiedono in tanti militanti anche in queste ore.
Per questo ho suggerito a Letta di accelerare il congresso nazionale e locale. Soprattutto nelle regioni dove si vota serve far entrare aria fresca.
Nella direzione locale di Halloween la decisione contraria portata avanti dalle segreterie nazionali e locali era ritenuta scontata da tutti, le minoranze e molti membri non hanno preso parte al voto. Il risultato è il frutto di questo.
Ma nella stessa direzione è stato depositato un documento molto importante.
Per superare le contrapposizione e le decisioni di una sola parte.
Un documento ben strutturato e ottimamente proposto da Stefano Buono, firmato oltre che da me, da Michele Durante. Un documento che chiede un coordinamento unitario del partito, per rafforzare il lavoro comune. Andrà discusso in assemblea.
Parallelamente, a prescindere dal congresso, io chiedo come ci si apre all’esterno, come si rilancia il Pd?. Uno dei modi è dare spazio ai giovani. Il prossimo 12 novembre i ragazzi molisani, come Brando Bonifei a Roma, chiederanno più attenzione. Più possibilità di far sentire la loro voce ed incidere sulle decisioni del partito che, se davvero ha l’intenzione di tornare ad essere il punto di riferimento politico dell’intero centrosinistra, da una parte deve aprirsi alle nuove generazioni, dall’altra non deve cadere nell’errore di diventare sempre più autoreferenziale e chiuso alle esigenze di rinnovamento che arrivano da più fronti.
Il Partito Democratico, a Roma così come a Campobasso, deve recuperare anche tutta la sua capacità di proposta politica nelle sedi istituzionali, dando risposte concrete ai cittadini.
E in Molise oggi la sfida più urgente è sul Pos e sull’impellenza di fermare Donato Toma, prima di tutto nel suo ruolo di Commissario ad acta.
Per questo ho presentato una proposta di legge che sancisce, negli ultimi sei mesi della legislatura, l’incompatibilità per i ruoli di Presidente di Regione e Commissario ad acta.
Approvarla in Consiglio regionale significherebbe ridare speranza alla sanità molisana e porre la prima, vera pietra angolare per una sfiducia a Donato Toma non solo da Commissario, ma anche da Presidente.
Al contrario, restare “blindati” al nostro interno e immobili all’esterno, nuocerà al partito, alla coalizione, all’intero Molise.
Questo il mio pensiero, che non è sorretto dalla volontà di acuire le divergenze, ma di recuperare la necessaria unità e capacità di mantenere in capo al Partito Democratico non solo la leadership della coalizione, ma la voglia, l’orgoglio, la forza di rappresentare le esigenze dei cittadini e la capacità di trasformare le idee in azioni e risultati concreti.

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