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Ca nisciun è fesso



Ormai si è arrivati al punto che ogni pretendente al trono della Regione Molise si sente di dire “ca nisciun è fesso”. Le pressioni sono all’ordine del giorno. Ognuno sta premendo sull’acceleratore per arrivare alla meta. A livello nazionale ormai tra Pd e 5 Stelle si è ai ferri corti. Probabilmente anche in Molise a breve si arriverà ad un   corto circuito tra Facciolla e Greco. Oggi vediamo Pd e 5 Stelle molto distanti. Devono affrontare soprattutto al loro interno mille problemi. Entrambi i partiti sono convinti di portare a palazzo Moffa quanti più consiglieri. Sulla carta al momento il Pd è una spalla superiore ai 5 Stelle. Ma Greco è convinto il contrario. Sia Facciolla che Greco continueranno a tirare la corda ma nessuno dei due ha voglia di spezzarla. Entrambifarebbero bene a preoccuparsi delle tensioni sociali, con la povertà in aumento e l’inflazione che morde, senza contare il malessere dei giovani che credono sempre meno alla classe politica che ci governa. Non vogliamo creare fibrillazioni ma la situazione è molto caotica sia a destra che a sinistra. Forza Italia è parte integrante del Partito Popolare Europeo. Giorgia Meloni, con i suoi conservatori prova a dialogare con partiti a lei più vicini. Salvini continua a parlare alla pancia dell’elettorato, ma molto dei suoi spingono verso il Ppe. I partiti del centro destra hanno il compito di mettere su una coalizione vincente, mettendo da parte le sterili polemiche degli ultimi tempi. Notiamo una certa competizione molto accesa che non giova a nessuno. Siamo certi che alla fine prevarrà il buon senso dato che anche in Molise ci sono leader capaci che sapranno mettere da parte gli interessi di bottega. Dopo quanto accaduto al Comune di Isernia sono qualche pazzo può tirare la corda fino a spezzarla. Ma per lui c’è solo il posto in qualche ospizio di lusso per politici finiti nel dimenticatoio. C’è una deriva di un’economia che non riesce a creare nuova ricchezza per i cittadini. Secondo l’Istat quest’anno il potere d’acquisto degli stipendi è destinato a diminuire tra il 5 e il 7%. È l’effetto di un’inflazione che corre più di quanto pensassimo. Farebbero bene tutti i partiti a rivolgersi al loro elettorato di riferimento per capire cosa vogliono i cittadini in questo preciso momento. Chi riuscirà a fare ciò partirà con un netto vantaggio alle prossine regionali. E non potrebbe essere altrimenti perché ci troviamo di fronte a un futuro stretto tra pandemia, guerra, e recessione. Che vuoi che interessi al comune mortale se Facciolla, Greco, Micone, Romagnuolo e compagnia bella saranno rieletti in Consiglio regionale. Ca nisciun è fesso.

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