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Macchia d’Isernia, appuntamento con la cultura. “Non fu di Celestino V il gran rifiuto” di Giovanni Miele



A Macchia d’ Isernia, presso la “cantina don Antonio Lemme”, si è parlato di San Pietro del Morrone “confessore nato a Macchia”. Si è discusso, infatti, del volume “Non fu di celestino V il gran rifiuto”  scritto da Giovanni Miele, sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri in pensione.

Insieme all’autore, la referente alla cultura della pro loco Zacchia Caterina, il relatore nonché socio Cicchini Dante, il sindaco Martino Giovanni, tutti i presenti e la gentilissima socia e padrona di casa Ilaria Lemme.

“Il lavoro del Miele – scrive Dante Cicchini – è interessante perché, partendo dal libro di Enrico Del Signore “Non fu di Celestino V il  gran rifiuto”(1984), dimostra  – dopo approfonditi studi, con validi argomenti e doviziosa documentazione –  che l’ignoto personaggio dantesco  che  ‘fece per viltà il gran rifiuto’ non può essere nel modo più assoluto il papa Celestino V, bensì il cardinale Matteo Russo Orsini. Costui infatti ‘rifiutò’’ – come indicato al primo scrutinio – l’elezione a pontefice nel conclave di Napoli del 23 dicembre 1294 (cioè 10 giorni dopo la “rinuncia” di Celestino), e consentì in tal modo la successiva elezione del cardinale Caetani, l’oscuro Bonifacio VIII.

Tutto ciò è mostrato e documentato dal Miele con grande puntualità. Decisiva, in tal senso, la dissonanza posta in evidenza dall’autore tra le parole “rinuncia” (propria di Celestino V) e ‘rifiuto’ (propria del cardinale Orsini). Se Celestino ha rinunciato ad essere papa, lasciando una testimonianza che non smette di interrogarci, Orsini ha invece rifiutato di diventarlo. Non poté dunque essere di Celestino V​ il ‘gran rifiuto’. Altra importante tesi argomentata dal volume è la nascita di Celestino V nel territorio di Macchia d’Isernia, in contrada Sant’Angelo.

Si è sempre stati incerti sul luogo di nascita di Celestino V  e vi sono svariate ipotesi che studiosi di ogni tempo hanno avanzato. Il Miele sembra invece sostenere con certezza l’ipotesi di Macchia, che continuerà certamente ad alimentare numerose discussioni tra i cultori di storia patria”.

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